L’importanza del selfie


 Perché, secondo te, un ragazzo/ una ragazza pubblica selfie nei social? Qual è, secondo te, il senso di questo gesto?

Oggi gli individui si perdono nella folla”. Questa è una citazione estratta da un’opera di John Stuart Mill ilquale, duecento anni prima, ha previsto e affrontato il conformismo che ha mutato la nostra società, rendendoci omologhi gli uni agli altri.  

Viviamo in quella che definivamo l’era digitale, un’epoca divisa tra online e offline e una società costituita da individui ormai mentalmente assenti e illuminati solo dalla luce del flash, per scattare una foto. Crediamo di pensare ma, in realtà, ripetiamo i pensieri degli altri come pappagalli, senza rendercene conto, come se fosse un procedimento mentale naturale. Odiernamente avere un profilo sui social ha assunto una connotazione legata alla normalità, naturalità e condividere i momenti legati alla sfera prettamente privata significa non avere segreti o paura dei giudizi altrui. Una condivisione più ricorrente, soprattutto tra gli adolescenti, è quella dei selfie, ovvero autoscatti. 

Gli autoscatti sono pubblicati sul nostro profilo, che sia facebook o instagramcon lo scopo di caricare icontenuti privati al fine di conseguireinconsapevolmente, alla omologazione sociale, che ci sottopone da anni ad un processo di unificazione massmediatica. La pubblicazione di un selfie nei social comporta, senza ombra di dubbio, una condizione di normalità da parte dell’adolescente che, anziché, isolarsi rispetto al proprio gruppo sociale, mostra se stesso affinché quel selfie possa essere visto dagli altri coetanei. 

Solitamente la qualità della foto non è mai elevata e quindi evidenzia la spontaneità del momento, immortalato e condiviso nell’arco di qualche minuto, tale fattore ci permette di percepire l’autenticità delle emozioni racchiuse in quella foto che poteva, certamente, essere una foto privata da mantenere nella propria galleria ma che il ragazzo ha deciso di condividere.  Talvolta, il desiderio di pubblicare diventa un impegno che l’adolescente decide di mantenere, escludendo il concetto di privacy dalla sua vita. Iniziando, così, ad instaurare una relazione sempre più dipendente con il cellulare. Tuttavia, non dipendente dall’oggetto in sé bensì dalle sue potenzialità e, quindi, quello che ci permette di fare.

 Lo scatto seguito dalla pubblicazione comporta i cosiddetti “mi piace” espressi numericamente e che, a seconda della personalità dell’adolescente, possono influenzare l’autostima mediante l’esito quantitativo. Quindi, a parer strettamente personale, credo che il senso dei selfie stia proprio qui: l’impatto sociale sull’individuo. Credo che la quantità dei “consensi” ricevuti sui social media permetta all’adolescente di comprendere se accettato fisicamente dalla società, quindi un semplice “mi piace” potrebbe avere un’influenza notevole, perché potrebbe essere particolarmente decisivo sull’umore dell’adolescente. 

Gli individui che non pubblicano un selfie ogni giorno oppure mai sono una percentuale minima, alcuni hanno deciso di non condividere un proprio scatto per una questione di autostima: decidono di non sottoporsi a nessun tipo di giudizio massmediatico, limitare il giudizio alla realtà ovvero quelli espressi dagli individui che lo circondano, il che sarebbe inoltre più vero, perché per quanto il selfie possa essere spontaneo, prima delle condivisione, alcuni lo sottopongono ad un’attenta analisi per evidenziare i difetti e, talvolta, perfezionare per rendere il selfie migliore. 

Altri decidono di non condividere per mantenere la propria privacy, alcuni di questi sono individuati in quanto “strani” perché decidono di avere un pensiero divergente e distinguersi dalla massa.

 Odiernamente condividere un proprio scatto sembra un’azione prettamente egocentrica ma credo sia importante per un individuo che ha già capito chi deve essere, quindi un individuo che mentalmente non sia più influenzabile e che abbia una sua idea sociale o politica. Ma non credo sia un bene per l’adolescente in quanto, durante questa tappa della vita, il ragazzo e la ragazza formano la loro personalità, sviluppano le loro concezioni inerenti la propria vita, se ottimistiche o pessimistiche, quindi basarsi su un esito quantitativo come i “mi piace” sotto un post comporterà una visione pessimistica, perché basata su una società intesa come insieme di numeri non di persone. 

Un’altra caratteristica che associo al selfie, che incrementa il suo valore, è quella del ricordo. Infatti una possibilità che offrono i social è quello di conservare le proprie immagini in base al nostro volere, quindi preservare il nostro ricordo e verificare i vari cambiamenti nel corso degli anni. Per questo motivo, credo che anche tale caratteristica incrementi il desiderio di pubblicare selfie, probabilmente non è l’obiettivo di tutti, soprattutto gli adolescenti che tendono a non pensare al futuro, ma lo sarà di qualcuno che riserva importanza nei confronti della memoria.


Voi, cosa ne pensate? 

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