Recensione: Il regno dell’Uroboro

Titolo:Il Regno Dell'Uroboro
Autore: Michele Ainis
Genere: Scienze sociali
Editore: La nave di Teseo
Prima edizione: 4 ottobre 2018
Lingua originale: italiano
Lunghezza: 136
Prezzo: 10,00

Sinossi

Un pamphlet in cui la riflessione è incentrata sul web e la influenza politica, capace di lasciarci perplessi quando scopriamo l'esistenza di questa lotta silenziosa tra internet e politica; una lotta che ci porta ad avere un regno dell'uroboro, il regno dell'autoreferenza.

Recensione

"Benvenuti nell'era della solitudine di massa"
Mi sono bastate queste parole per incuriosirmi, incise sulla copertina e, soprattutto, veritiere.
Da quando Google ha personalizzato il motore di ricerca, il 4 dicembre 2009, tutto è cambiato. L’uomo non è più soggetto della società ma è diventato oggetto, come sostiene anche Galimberti. Tutto è cambiato proprio perché, da quel momento, ogni nostra ricerca ci avrebbe condotto a risultati simili e le pubblicità sarebbero ruotate attorno quella similitudine, tutto affinché potessimo cliccare. Potessimo navigare.
 “La libertà di manifestazione del pensiero rappresenta la pietra angolare della democrazia [...]  ma ormai non più: qui e oggi, la questione dirimente non è di garantire la circolazione delle idee, bensì  loro formazione, la loro genuina concezione” 
L’introduzione, con lo stile leggero ma elegante dell’opera, mi ha decisamente affascinata.
La libertà, queste sono i primi due termini. Sinceramente la libertà, in quanto temarica, penso che sia particolarmente attuale. Odiernamente non sembra più esistere, dipendiamo dagli altri (in alcuni casi) e tendiamo a svolgere una vita monotona, quindi dove sta la libertà? Pensando in grande, nella possibilità di partire nel momento in cui lo si vuole. Pensando ancora più in grande, avere la forza di rifiutare che una pubblicità, collegata ai nostri interessi, ci costringa a cliccare su per ispezionarla meglio.
Ainis parte dal 4 dicembre 2009 quando, come già precedentemente specificato, scatta la trappola: Google perfeziona il motore di ricerca. Da quel momento in poi, possiamo parlare di vera e propria profilazione dell’utente. L’abolizione della privacy, in sostanza in quanto basterà cercare il titolo di un libro per essere condotto alla libreria più vicina e Google registrerà quell’informazione, così da sfruttarla.

“Paghiamo ogni chat, ogni ricerca, ogni consultazione online spogliandoci delle nostre informazioni personali”

Echo Chamber, confirmation bias, post-truth e agnotologia 

Immediatamente ci imbattiamo nell’esistenza di questi quattro fenomeni, l’uno direttamente proporzionale all’altro, l’esistenza di uno comporta l’esistenza dell’altro e tutto ciò porta al Regno dell’Uroboro; il regno dell’autoreferenza.
Prima di procedere, esaminiamo i fenomeni citati:
~Echo Chamber (camera dell’eco): una metafora per evocare la ripetizione delle idee.
~Confirmation Bias: l’influenza delle nostre aspettative sui fatti rispetto al mondo.
~Post-truth: l’irrivelazanza dei fatti nella formazione dei processi cognitivi. 
~Agnotologia:  lo studio dell’ignoranza.
Ahimè, questa è una disciplina neonata ed è alquanto triste considerando l’epoca in cui viviamo.
Secondo una ricerca, effettuata l’American Journal of epidemiology: un aumento dell’1% dei like su Facebook, corrisponde ad un peggioramento dal 5 al 8% della salute mentale.
Inoltre la copertina parla da sè, basti osservare il serpente per capire che è riferito a tutto ciò, al fatto che le idee ormai non sono altro che un ripetersi all’Infinito di quelle altrui.

INTERNET VERSUS DEMOCRAZIA 

“C’era una volta, come nelle fiabe, un paradiso tecnologico. C’era un luogo di libertà, anche se in effetti si tratta di un non luogo, di uno spazio immateriale esteso quanto il mondo. E in quello spazio gli uomini potevano finalmente stabilire relazioni orizzontali, senza padroni, senza gerarchie. In origine, internet è stato tutto questo”
Ci spiega Ainis ma lo stesso co-fondatore di Google, Larry Page, ha affermato che il loro obiettivo era rivoluzionare questo.
Ainis in questo pamphlet tratta l’algoritmo del potere, i paradossi della privacy, il commercio delle anime, internet versus democrazia, la post-verità, Il tempo della disintermediazione.
Leggerlo è stato interessante e travolgente, avrei gradito qualche approfondimento in più ma ho adorato i riferimenti a Platone, Aristotele, Montesquieu e come la democrazia si stata definita bubble democracy, ho scelto di non dirvi quasi nulla riguardo questo pamphlet per un solo motivo: leggerlo è assolutamente fondamentale. È una lettura veloce ma interessante che chiarisce come l’internet ci stia soffocando.
Per riprendere il piccolo riferimento alla libertà, la tecnologia “esprime una vocazione autoritaria, non libertaria”.
Dunque, alla fine, mi sono ritrovata d’accordo con Ainis, mi ha permesso di sviluppare una mia riflessione e mi ha sconvolto. È incredibile come l’internet sia riuscito ad inserire in un modo quasi impressionante nella vita di ognuno, impressionante quanto sconcertante. Ma quanto necessario, è un accezione terribilmente necessaria appunto perché credo che sia uno dei motivi per cui ne facciamo un suo smodato.
Ormai è il nostro canale di comunicazione.
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️/5
        “La democrazia ci appare come una scheggia della storia”


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