Recensione: Loki, il giovane Dio dell'inganno

Salve a tutti lettori, ho avuto l'onore di poter leggere questo libro per il Loki Blog Tour. Prima di iniziare vi lascio alcune informazioni. 






Autore: Mackenzi Lee 

Titolo: Loki, il giovane Dio dell'inganno 

Lingua originale: inglese 

Lunghezza libro: 396 pagine 

Prezzo: 20 euro  

SinossiNon è ancora giunto il momento di misurarsi con gli Avengers: per ora il giovane Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l'apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. È l'unica che apprezzi la magia e la conoscenza. Un giorno però Loki e Amora causano la distruzione di uno degli oggetti magici più potenti conservati ad Asgard e lei viene esiliata su un pianeta dove i suoi poteri svaniscono. Privato dell'unica persona che abbia visto la sua magia come un dono piuttosto che una minaccia, Loki scivola sempre più nell'ombra di suo fratello Thor. Ma quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos'è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, la città di Jack lo Squartatore, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino. 


Recensione


Sono una fan Marvel e, quindi, quando mi è stato proposto di partecipare a queste bellissima iniziativa, non ho potuto rinunciare. Per vari motivi, non sono riuscita a rispettare la mia tappa ma eccomi qui con la recensione o, comunque, ci proverò! 

Non credo sia facile riuscire a scrivere una storia su un personaggio che, solo negli ultimi film (e sottolineo la parola, perché c'è una differenza immensa tra quelli che sono i film e i libri) Marvel, si rivela essere un ottimo compagno e fratello.  

Questa è la storia di Loki, il cui controllo delle emozioni deve essere necessario, infatti lo è. La storia di un ragazzo che voleva raggiungere i livelli del fratello, voleva rendere orgogliosi i suoi genitori, voleva essere il re di Asgard. 

"«Gli Asgardiani non vogliono che i loro principi siano stregoni. Non è un’abilità che apprezzano.» 
Amora lo aveva fissato per un momento, poi aveva piegato l’angolo della pagina prima di chiudere il libro, un 
gesto che conteneva una piccola distruzione e gli fece venir voglia di piegare l’angolo delle pagine di tutti i volumi della biblioteca di suo padre.
«Odino non ha incaricato qualcuno che possa istruirti?» gli aveva chiesto. «Tua madre? Lei è una maga.»
«No» le aveva risposto, sicuro di essere sprofondato  di qualche centimetro in più nel tappeto. «Voglio dire, sì lo è. Ma mio padre non vuole che io studi la magia.»
«Perché ha paura di te.» "

Da questo frammento possiamo capire la posizione di Loki che, a quanto si legge, non gode dell'approvazione del proprio padre cioè del re di Asgard, ciò provoca dolore in quel ragazzo che, senza rendersene conto, muta in insicurezza. Tale condizione non gli permette di capire del potere che possiede che, a parer personale, se fosse stato educato a controllarlo non sarebbe diventato il Loki che conosciamo, quello costretto a scegliere un destino diverso dal fratello: 

"Qual era il suo ruolo, allora? Cosa gli rimaneva?
Poteva essere lo stregone. Poteva essere il cattivo. Poteva essere l’Ingannatore, il cospiratore, l’egoista dio del caos, dimostrare che i libri di mitologia avevano ragione. Dimostrare a tutti che avevano ragione a pensarla così, che era sempre stato marcio, fin dall’inizio"  

D'altronde da ciò che emerge dalla sua posizione sottovaluta dalla famiglia, è quasi chiaro che il suo destino sia quello di ingannatore, nemico della sua stessa casa, perché  "chi non era il re era il traditore, non funzionava forse così? Respinto e rifiutato da suo padre, il figlio sfavorito si sarebbe rialzato alla fine di Asgard".  

Ma Loki non è questo, quello sopracitato non è il suo obiettivo perché " lui era un figlio di Asgard. Un principe. Non era un traditore. Non avrebbe mai condotto un esercito contro il suo stesso fratello. Contro la sua stessa gente.
Oppure sì?". Lui lo è diventato a causa della sua gente, della famiglia che voleva proteggere.

Amora è un personaggio fondamentale nella vita di Loki. L'unica persona che riesce a comprenderlo in tutte le sue sfumature, ad incitarlo ad andare oltre e utilizzare il proprio potere, permettendogli di studiare la magia. 

"Amora era inebriante, come il vino dolce. Si sarebbe ubriacato prima di rendersi conto che aveva riempito di nuovo il bicchiere. Era sempre stato così? Anche quando erano ragazzini? Davvero non l’aveva mai notato? O era stato più facile ignorarlo perché era l’unica persona che gli facesse sentire di valere qualcosa? Qualsiasi tipo di attenzione era diventata acqua nel deserto dopo esse re stato trascurato da suo padre così a lungo"

Come ho detto, si rivela fondamentale ma, non nego che continuo a pensare, che la sua influenza sia solo negativa. Un'influenza, tuttavia, alquanto giustificata perché hanno canalizzato tutto quelle emozioni come la rabbia, la delusione, l'insoddisfazione in un unico varco, che hanno condiviso inconsapevolmente. 

Non è da trascurare anche il personaggio di Thor, suo fratello. In realtà, non vorrei dedicarmi molto su questo personaggio, perché una delle sofferenze di Loki è proprio il fatto che suo fratello Thor sia sempre stato sotto i riflettori, infatti la scrittrice non si è sbilanciata molto nel trattare il personaggio. Non è da trascurare, perché tutte le attenzioni su Thor sono decise nella vita di Loki che, sottolineo, è stato sempre sottovalutato. 

Il loro rapporto fraterno alleggia un'affermazione che, nessuno dei due ha il coraggio effettivo di esordire, allora resta nascosta nel silenzio dentro una bolla che, tuttavia, scoppierà presto e porterà una frattura profonda nel loro rapporto: il re di Asgard sarà Thor, senza ombra di dubbio e senza possibilità per Loki di dimostrare che vale quanto un re e potrebbe regnare con dignità. 

Ma possiamo bene capire che Odino non potrebbe mai nominare una persona, suo figlio, del quale ha paura. È, forse, l'unico modo per spiegare il fatto che non gli stia stato permesso di imparare a controllare la magia, "perché imparare a controllarla significa imparare a praticare la magia. Spera che, tenendoti nell’ignoranza, ti impedirà di accedere ai tuoi pieni poteri". Così dice Frigga, sua mamma. 

Questo porta ad una consapevolezza che diventerà sedentaria in Loki: 

"Non si sentiva un principe. Non sarebbe mai stato un re. Non era fatto per essere un soldato, e non era sicuro di voler essere cattivo. Ma non era sicuro di aver la possibilità di decidere.
L’unica cosa che sapeva era di essere potente. Abbastanza potente da causare la fine del mondo" 

La storia ha un intreccio particolare, intrigante e lo stile stesso mi ha permesso di leggere il romanzo in pochissimo tempo, nonostante le 396 pagine. Eppure ho potuto comprendere ogni passaggio che, per evitare di dire tutto in questa recensione, ho deciso di omettere. È un romanzo che consiglio, non solo ai fan Marvel. Ci permette di comprendere la vita di un ragazzo trascurato, abbandonato alle emozioni negative e non perché non meritasse quelle attenzioni (tutti le meritano) ma il motivo è un altro: la paura ha avuto la meglio anche sulle divinità che, mentre cercavano di evitare la fine del loro mondo provocando dolore in un ragazzo, hanno innescato proprio quel meccanismo di distruzione. 

Voto: 5/5 


"Non è debolezza essere di cuore tenero. Significa essere aperti. Sei sensibile ai movimenti dell’universo in un modo che gli altri non sono".

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