Recensione: Milk and Honey


Titolo: Milk and Honey
Autore: Rupi Kaur
Genere: Poesia
Editore: Tre60
Data Pubblicazione: 02 marzo 2017
Numero di pagine: 208
Prezzo copertina: 12,00 euro

Recensione

Negli ultimi due anni circa, scorrendo la mia home Instagram, notavo citazioni e foto di questa raccolta di poesia di Rupi Kaur. Sinceramente non ero molto convinta, tante volte mi capita di leggere qualcosa che tutti amano e non provare lo stesso sentimento. Tuttavia, io adoro le poesie quindi ho deciso di dare una possibilità e, senza pensarci troppo, l'ho comprato.
La copertina, inoltre, è molto carina, oserei dire essenziale, nero su bianco, solo parole e due api. Il titolo in sé, secondo me, è curioso: latte e miele, perché questa scelta?

 "questo è il viaggio della 
sopravvivenza tramite la poesia 
questo è il sangue sudore lacrime 
di ventun anni 
questo è il mio cuore 
nelle tue mani 
questo è
il ferire 
l'amare 
lo spezzare 
il guarire"

Partiamo dalla struttura...

L'impaginazione è stupenda, alcune pagine in cui vi sono i titolo di quella sezione sono nere e permette di risaltare quel termine specifico. Le poesie sono suddivise in quattro sezioni:    ferire, amare, spezzare, guarire. Verrebbe da pensare che si tratti di quattro processi, ed è proprio questo che rende la poetessa. Attraversare questi quattro step e vivere.
Ogni due poesie c'è un disegno stilizzato, niente di elaborato che accompagna la schiettezza delle parole che condivide Kaur con noi. I disegni non seguono uno stile, ognuno rappresenta quello che trasmette la poesie, alcuni sono semplici e comuni come lo skyline di una città, altri quasi volgari ma essenziali. Una particolarità che ho adorato proprio dello stile è quello di non avere argomenti considerati tabù, parla dei rapporti sessuali come racconterebbe una mattina trascorsa a studiare: con nonchalance ma stanchezza.
La struttura e tutto ciò che ne riguarda, una mia amica l'ha definita "figa per le foto", il che mi ha incuriosito perché effettivamente è stata mantenuta in alcune versioni e, per quanto ho capito, questa raccolta nasce perché Rupi Kaur ha iniziato postando su Instagram. Quindi, forse al quadrato, è stata una scelta (della copertina) collegata a questo: semplice stile, perché nasce dalla semplicità dei post presenti nel feed. Sono sicura di sbagliarmi ma, hey, condividere il mio parere è ciò che sto facendo, questa tesi non è sostenuta da nessuna prova quindi, sì, è certamente già caduta.

Stile

L'ho letto in un momento particolare: fase stressante dovuta alla quantità esagerata di verifiche scritte e orali di quella settimana. Quindi, nel momento in cui, mi sono ritrovata dinanzi uno stile povero, ho iniziato ad appuntare tutti gli elementi che non mi convincevano e, cavolo, erano molti. Così ho iniziato a farmi qualche domande; come poteva piacere?
Ho iniziato a fare qualche ricerca, solitamente non mi vergogno di avere un pensiero divergente ma, in quel caso, sentivo che ci fosse qualcosa di sbagliato semplicemente nel dire: non mi piace Milk and Honey perché, sostanzialmente, ne ho sentito parlare così tanto e ho letto recensioni in cui lo elogiavano in maniera smaccata, che ho sentito il mio pensiero sbagliato. Però, sinceramente, anche il contenuto trattato era forte...è forte, quindi parlare in maniera negativa, mi faceva sentire male.
Il mio pensiero non era sbagliato, era vuoto dal punto di vista contenutistico.
Solitamente mi documento riguardo uno scrittore prima di approcciarmi per la prima volta, per Kaur non l'ho fatto. Ho dato per scontato che fosse UNO SCRITTORE Femminista ITALIANO CON UNO PSEUDONIMO. Un minuto di silenzio per me.
Ho fatto le mie ricerche e mi sono vergognata di me stessa, perché ero stata davvero superficiale e non era da me. Non potevo essere superficiale nella lettura di quelle parole schiette ma forti, che mi hanno colpito come una lama a doppio taglio.
Ma sono riuscita a condividere e comprendere le varie scelte solo, nel momento in cui, ho scoperto le origini della poetessa. I pregiudizi sono sbagliati, me ne rendo conto perché lo so, ma lo stile utilizzato non è quello a cui sono abituata a leggere, di conseguenza mi sono basata sulle mie esperienze non dandovi l'attenzione che meritava, inizialmente.
Il suo stile di scrittura minimal sostanzialmente e Mai con una minuscola è dovuta alla sua lingua Punjab, dell'alfabeto gurmukhi: Uguaglianza tra le lettere e vorrei parlare proprio di questo. In quanto credo che, oltre ricordare la sua lingua, vi sia un significato più profondo (potrei anche sbagliarmi), tanto che lo stesso editore ha deciso di mantenere nella traduzione stessa.

UGUAGLIANZA 

Dietro le parole di Kaur, gremite di dolore, sono sicura che si celasse proprio il messaggio di diffondere l'uguaglianza tra le donne, spesso sottovalutate, disprezzate, umiliate, picchiate...private della vita.
Kaur ha sofferto, ma ha avuto il coraggio di prendere in mano la vita e urlare contro la morte, un po' come Frida Kahlo. Ha reso il suo dolore un punto da cui partire per raggiungere la sua vittoria: il guarire.

"era una rosa 
in mano a quelli 
che non avevano intenzione 
di tenerla"
Vorrei condividere tantissime poesie ma, prima, vorrei confessarvi che non credo che definirle poesie sia corretto, sono più che altro pensieri ma non hanno ancora quella sfumatura che li rende poesia.

"lo stupro 
ti strapperà 
in due
ma
non ti
cancellerà"
Parole pesanti, un peso che Kaur porta con sé ogni giorno e ha deciso di condividere con noi, con la schiettezza di un'adolescente ma trasmettendo la forza di una donna. Ciò che ti rende vuota, che l'unica consapevolezza per cui tu vivi è per il "gonfiarsi del tuo petto".
Ogni parte è trattata con un tono diverso, ha sempre una tendenza ad essere duro ma, alle volte (sarà per mia interpretazione), ho percepito un tono sommesso, altre stanco e, altre ancora, implorante.
Ha trattato molti temi come la femminilità, il trauma e la violenza e parlarne non è facile, anche per chi non ha vissuto direttamente uno di questi elementi. Alla fine, inoltre dedica una pagina ai giovani poeti perché consiglia di provarci, non arrenderci.

Semplicità

Tale utilizzo nel linguaggio credo sia dovuto al fatto che non volesse un pubblico di lettori ristretto per via di un linguaggio aulico, secondo me, desidera che tutti sappiano che non solo soli nel loro dolore, che noi donne non siamo solo un giocattolo nelle mani degli uomini, che noi amiamo e possiamo essere amate, noi soffriamo ma possiamo guarire...noi dobbiamo guarire, siamo forti e possiamo farlo.
Caro lettore, sto per ripetere ciò che tutti condividono: Ama te stesso e fallo prima di amare altri, soffri, piangi ma vivi, urla contro la morte e goditi ogni momento non come se fosse l'ultimo, ma com'è davvero: unico.

"siamo nate tutte
bellissime 
la più grande tragedia è 
convincerci di non esserlo"
La mia idea è cambiata e ho adorato questa raccolta, ma spero di leggerla in lingua originale e, soprattutto, il prossimo volume.
  Voto:
5/5
                              ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

"se arriva il dolore
arriva anche la felicità".







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