Recensione: IT

Salve a tutti lettori, finalmente ho l'opportunità di portarvi la recensione di IT di Stephen King. Questa è stata una lettura in cAllaborazione con @garden_ofbooks (profilo instagram), in quanto abbiamo avviato un progetto che consiste di leggere un libro di un autore per un tot di giorni. L'hashtag generico è #Anauthoronthenighttablefordays per King è diventato:  #KingOnTheNightTableFor47Days.


Sinceramente ho impiegato solo quattro giorni, ero molto curiosa di conoscere la storia anche se l'evolversi delle vicende  molto ma molto  lento, tuttavia ho capito il motivo per cui l'evolversi è stato letto e la spiego nella recensione.

Iniziamo subito!

Autore: Stephen King

Genere: Horror

Editore: Sperling&Kupfer

Collana: Pickwick

Lunghezza: 1200

Lingua originale: inglese

Prezzo copertina: 18,90 euro

Sinossi

A Derry, una cittadina del Maine, l'autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale. Il piccolo
George Denbrough, nel suo impermeabile giallo, decide di provare la barchetta costruita con il fratello Bill. George, tuttavia, non fa ritorno a casa. Una cosa...It, un mostro...l'ha ucciso. A combattere questo mostro è un club dei Perdenti, formata da bambini, uniti dalla loro amicizia  e da una promessa: quella di distruggere IT...insieme.

Recensione:

Quindi...
Ci sono davvero molteplici punti da affrontare, partiamo dallo stile e dalla suddivisione dei capitoli, così da affrontare un punto alla volta.

STILE

La storia è scritta al passato, in terza persona ed è, un po' alla volta, dal punto di vista di tutti i ragazzi. King tende ad alternare la vita dei bambini con quella adulta, costruisce uno sfondo dei personaggi tanto che, alla fine del romanzo, si ha la sensazione di conoscerli e davvero bene. L'alternarsi tra passato e presente non crea confusione, King ha uno stile maturo, sa come attirare l'attenzione del lettore e mantenere la curiosità viva.

L'evolversi è molto lento ma ciò ci permette di assaporare ogni attimo, delineare un quadro curato nei minimi dettagli e, nonostante talvolta si abbia la sensazione di noia nel leggere alcune scene, si desidera sapere come andrà a finire, si continua comunque e, alla fine, eccoci in grado di prevedere il gesto più futile del personaggio, perché lo si conosce.

Lo stile mi è piaciuto davvero tanto, è uno di quelli proprio rari e levigati nel tempo con cura e pazienza. Sono davvero curiosa di leggere altri romanzi nel suo stile.

Capitoli e paragrafi

Il libro è suddiviso in cinque parti e l'epilogo ma, dopo ogni parte, sono presenti degli interludi in cui Michael Hanlon (uno dei bambini, ormai adulto) racconta nelle sue pagine di diario gli studi su IT l'evolversi delle vicende dopo le varie parti, secondo il suo punto di vista.

Michael, chiamato Mike, è l'unico rimasto a Derry, tutti gli altri bambini sono andati via, lui no.  Ha studiato, osservato in attesa del ritorno di Pennywise, in quanto lui aveva il compito di richiamare tutti, ricordare loro la promessa di affrontarlo e distruggerlo, insieme come ventisei anni prima.

Mike è quello che prende il telefono e chiamo ognuno di loro: Stanley Uris, Richard Tozier, Ben Hanscom, Eddie Kaspbrak, Beverly Rogan e Bill Denbrough. Hanno un compito: tornare. Ma non saranno tutti a farlo.

Ogni capitolo contiene dei paragrafi, utilizzati per cambiare il punto di vista sostanzialmente o per alternare, appunto, l'infanzia alla vita adulta.

Prima di iniziare, parliamo degli interludi

Qui Mike ci fa comprendere la natura di IT, la sua scoperta per come ucciderlo, la sua ricerca negli ultimi vent'anni.

Arrivando anche alla conclusione che:

"Può un'intera città essere posseduta?"
Infatti, ciò che si capisce è che c'è un nesso tra IT e Derry. IT non è solo un mostro, è legato alla città, si nutre di Essa.


 Prima parte 



In questa prima parte vengono rammentati due episodi in cui IT ha colpito, la prima nel 1957 in cui ha perso la vita George e poi nel 1984 in cui un ragazzo perde la vita.

Qui, King tratta una delle tematiche più attuali: l'omosessualità.

Un'altra caratteristica che ho apprezzato del suo stile è quello di trattare una tematica che si riflette anche nella nostra senza esprimere il suo effettivo parere, semplicemente inserendo la tematica con le azioni dei personaggi e lasciandoci riflettere.

Infatti, il nome del ragazzo ucciso era Adrian, un ragazzo omosessuale preso in giro per il suo aspetto e orientamento sessuale. King fa chiarezza sul modo di affrontare tale "diversità" nel 1984, ci tengo a metterlo tra virgolette perché, per me, il termine diversità rispecchia ognuno di noi per la nostra personalità, non di certo per l'orientamento sessuale ma, socialmente parlando, c'è stato imposto come diversità.

Non mi divulgherò più di tanto, perché per me è ridicolo parlarne. Ridicolo perché non si dovrebbe giudicare un orientamento sessuale e il fatto che per farlo capire abbiamo dovuto protestare (nonostante sia etero, sono comunque scesa a protestare) e urlare per aprire la mente a tutti ( e, oddio, ancora c'è gente che tende a definirla come malattia, ma okay), ci fa capire che la nostra società non è mai andata oltre il 1930.

Nella prima parte, King tratta diverse tematiche molto care come il cambiamento fisico di Ben Hanscom oppure la violenza che subisce Beverly ( a proposito, nel blog c'è un articolo in cui parlo di violenza sulle donne, il suo titolo è 25/11/2018 e un altro in cui parlo della mia visione di femminismo: sei femminista?) . Tratta tematiche come il razzismo e bullismo.  King tratta anche una tematica prettamente psico-pedagogica, infatti i ragazzi ormai adulti sono sposati con donne o uomini che hanno somiglianze (intese per abitudini) con i genitori.

Esempio: Beverly aveva un papà violento, suo marito lo era altrettanto e lei si comportava allo stesso modo: giustificava fino a quando non ha detto BASTA. Forse, è stato proprio in quel momento che lei è diventata una donna.







Seconda parte 


Sempre con un continuo alternarsi di infanzia ed età adulta. Viene presentato ogni personaggio, crea lo sfondo quindi dei protagonisti prima della loro amicizia, il loro incontro con IT ed è proprio questo ad unirli, a permettergli di combattere quel mostro che si nasconde nelle fognature, pronto ad agguantare un bambino che passeggia da solo, attirarlo con un palloncino rosso e trasvestito da clown.

La seconda parte, la maggior parte, è dedicato a Ben Hanscom, il mio personaggio preferito, viene delineato in maniera, secondo me, perfetta davvero. La sua solitudine, il bullismo che gli viene fatto da un gruppo di bulli composto da Henry Bowers, Belch Huggins e Victor Criss, la sua passione per le poesie, il suo amore per Beverly Marsh e l'aspetto fisico che gli provoca soltanto dolore.

Ciò che fa King è farci entrare nella quotidianità del personaggio, conoscerlo. Molto apprezzato!

In questa parte, sono presentati tutti. Anche Bill Denbrough, un ragazzo tormentato dai sensi di colpa per la morta del fratello, balbuziente e che acquista la libertà solamente con Silver, la sua bici. Un po' grande per lui ma Bill, quando monta, acquista una sicurezza che non dimostra.

"HAI-IO SILVER"
 Questo è quello che dice Bill ogni volta che corre "battendo il diavolo" con Silver.



Terza Parte

I ragazzi, ormai adulti, sono tornati e scoprono che è proprio quello che voleva IT, che aveva lasciato loro un messaggio: TORNATE A CASA.


Tra parentesi: spesso, troviamo dei disegni, segni, ve ne lascia alcuni in seguito:


















I ragazzi, nonostante la loro paura e il dispiacere di constatare che saranno solo in sei e non in sette
 (infatti, Stan ha deciso di togliersi la vita a causa della paura), decidono di voler uccidere IT con il rito Chud  ma ognuno deve recuperare un oggetto della loro infanzia, così da soli si recano nei luoghi per recuperare gli oggetti e avviene l'incontro con IT, di nuovo.

Quarta parte

Torniamo nel passato e i bambini capiscono che
"It ha paura di noi...ha veramente paura

per la prima volta nella sua lunga, lunga vita" 

 Ed è proprio così, IT ha paura di loro e vuole che tornino proprio per distruggerli.

Quinta Parte

Questa è l'ultima parte, quella decisiva. Viene introdotta anche la TARTARUGA,una sorta di Dio, colui che ha creato tutto questo, come se fosse l'opposto del male: il bene. Quello che avrei preferito, sinceramente, un maggior approfondimento per questa figura presentata quasi alla fine, mostrata solo una volta e poi sparita.

In un romanzo intriso con il vero male, sarebbe stato bello avere qualche considerazione in più sul bene.

L'ultima parte è, probabilmente, quella più bella: capace di trascinarti sotto il pozzo, raggiungere il luogo dove abita IT e vivere l'avventura con loro, capace di prevedere le mosse dei protagonisti e restare scioccata da una rivelazione: IT è una donna e anche gravida.

In tutto ciò, precedentemente Henry Bowers,
uno dei bulli, che era diventato uno psicopatico prova ad uccidere uno dei ragazzi ma Richie lo uccide. Inoltre Tom Rogan, il marito di Beverly, giunge a Derry e convince Audra, la moglie di Bill, che aveva deciso di andare a Derry, a seguirlo nella tana di IT, appunto perché quest'ultimo riesce ad assoggettarlo e prendere il controllo di Tom.

Non appena Audra vede la vera essenza di IT, entra in uno stato catatonico mentre Tom muore per la paura.


I ragazzi fanno il rito Chud e riescono ad uccidere IT.

Ed è proprio in quel momento che il presentimento che ci fosse un legame tra Derry e It, perché la città è colpita da una tempesta e la tana inizia a crollare. I ragazzi sono costretti a fuggire e a lasciare Eddie, morto nel tentativo di uccidere It.

Tornano in superficie, tristi per aver perso Eddie.

Una scena che mi ha commosso è stata la seguente:
"Entrarono nella Town House in un coro di risa e nel momento in cui Bill spingeva la porta a vetri, Beverly scorse qualcosa di cui non avrebbe mai parlato, ma che non avrebbe mai scordato. Per un attimo vide le loro immagini riflesse nel vetro...solo che erano in sei, non in quattro, perché Eddie era alle spalle di Richie e Stan era dietro a Bill, con quel suo solito mezzo sorrisetto sulle labbra"

I ragazzi riescono a sconfiggere It, ma il prezzo da pagare è la loro amicizia perché, una volta lasciata Derry, iniziano a dimenticarsi. Tra l'altro, Derry sembra ancora essere in un certo senso maledetta, perché l'unico modo per salvare Audra dal suo stato catatonico è portarla via da Derry. Infatti è ciò che fa Bill, mettendo Audra in sella a Silver, con lui e correndo "battendo il diavolo". Una volta, fuori Derry, Audra acquista nuovamente conoscenza e Bill riesce a salvarla.

Per quanto riguarda il film



Hanno rispettato molto il romanzo ma hanno rimosso molte cose, probabilmente per una questione prettamente tempistica.

Consiglio di vederlo per il semplice motivo che i due film sono fatti veramente bene, fanno comprendere anche lo scopo di King: trasmettere il messaggio di non avere paura ma di superarla, soprattutto quando non sei da solo.

Hanno cambiato leggermente il finale e questo l'avevo intuito per via dell'espressione che veniva ripetuta: il finale fa schifo. Si riferivano ai finali di Bill (è uno scrittore) ma mi è stato chiaro che così non fosse.

Non mi è piaciuto molto, sinceramente ma vederlo va bene, è un altro finale.


Concludendo


Definirlo Horror è eccessivo, IT non fa paura, è reso ridicolo dalle risate dei ragazzi e ciò è reso ancora più evidente nel film, ma ho deciso di non unire la recensione film-libro, per evitare confusione. Ho dato , alla fine, un piccolo parere giusto per integrarlo ma non farò la comparazione.

Durante la lettura, personalmente, non ho provato paura anzi spesso mi sono ritrovata a ridere contro, ovviamente, tutte le mie aspettative in quanto credevo di avere poi incubi, brividi, ansia, insomma paura, considerando tutti i vari avvertimenti.

È un romanzo che ti trascina a Derry, vivi le avventure con il Club Dei Perdenti, analizzi una nuova società, una società del passato e puoi comprendere come tutto (socialmente parlando) sia cambiato.

Nonostante ciò, ho deciso di non abbassare il punteggio che ho dato perché. forse, ciò che vuole condividere King è che non dobbiamo avere paura dei mostri, dobbiamo farci una risata su e poi i mostri non fanno così tanta paura quando c'è qualcuno a tenerti la mano.

Il mio voto: 5/5

"Si sveglia (Bill) da un sogno incapace di ricordare esattamente che cosa fosse, a parte la nitida sensazione di essersi visto di nuovo bambino [...] pensa che è bello essere bambini ma è anche bello essere adulti ed essere capaci di riflettere sul mistero dell'infanzia...sulle credenze e i suoi desideri. Un giorno ne scriverò, pensa, ma sa che è un proposito della prim'ora, un postumo di sogno. Ma è bello crederlo per un po' nel silenzio pulito del mattino, pensare che l'infanzia ha i propri dolci segreti e conferma la mortalità e che la mortalità definisce coraggio e amore. Pensare che chi ha guardato in avanti deve anche guardare indietro e che ciascuna vita crea la propria imitazione dell'immortalità: una ruota.  O almeno così medita talvolta Bill Denbrough svegliandosi il mattino di buon'ora dopo aver sognato, quando quasi ricorda la sua infanzia e gli amici con cui l'ha vissuta"


Alla prossima, lettori <3



 

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