Recensione: Gratitudine

Titolo: Gratitudine
Autore: Oliver Sacks
Editore: Adelphi
Collana: Piccola biblioteca
Genere: autobiografico
Lingua originale: Inglese
Data di pubblicazione: 3 giugno 2016
Lunghezza: 57 pagine
Prezzo: 10,00 euro

Sinossi 

Quattro racconti in cui Oliver Sacks si prepara ad affrontare la morte, in seguito la scoperta di un cancro. Sacks vuole mostrare e spiegare la gratitudine nei confronti di ciò che ha vissuto e di chi è diventato.

Recensione

Gratitudine è stato il mio modo per approcciarmi a questo scrittore che, attraverso le sue parole pregnanti di vita, mi ha permesso di rendermi conto quanto sia formidabile.
Gratitudine è una raccolta di quattro racconti scrittri negli ultimi anni dell sua vita, sono autobiografici e, come è possibile comprendere dal titolo, Sacks ripercorre la sua vita ed è grato per ciò che ha fatto e per chi è diventato.
 “Adesso mi trovo faccia a faccia con la morte, ma non ho ancora chiuso con la vita” 
Queste sono le parole che antecendono l’inizio dei racconti, è una frase che mi ha fatto provare un’angoscia terribile, mi ha fatto pensare a come sto vivendo la mia vita e a ciò che non ho ancora fatto ma che spero di fare. Anche Sacks percorre la sua vita riflettendo su ciò, affermando anche avrebbe voluto conoscere più lingue e approfondire più culture.

Mercurio 

Il primo racconto si apre con la condivisione di un sogno: il mercurio. Infatti Sacks compierà ottant’anni e il mercurio è l’elemento numero  80. Una peculiarità che Sacks ci confida è che associava la sua età ad un elemento chimico ogni anno, da quando era piccolo tanto che scopriremo nei racconti a seguire che conserva ancora possiede il berillio, un pezzettino, per ricordare il suo quarto compleanno.

 “Spesso mi pare che la vita stia per cominciare, ma subito dopo mi rendo conto che è ormai quasi finita” 
Ho percepito un senso di malinconia e insoddisfazione in queste parole, più avanti esporrà il desiderio di aver voluto fare di più, ma mi sono bastate queste per capirlo.
Talvolta mi capita di comunicare con persone più grandi e, alcune, condividono l’insoddisfazione di Sacks. Quando qualcosa sta per finire, penso, tendiamo a pensare non a ciò che abbiamo fatto ma a ciò che avremmo potuto fare e credo che ciò sia sbagliato perchè creeremo la situazione, affinché si sviluppi una visione pessimistica.
“Nelle lunghe ore che seguirono, fui assalito dai ricordi, belli e brutti. La maggior parte era ispirata a un senso di gratitudine: gratitidune per quanto avevo ricevuto dagli altri, ma anche per essere riuscito a dare qualcosa in cambio”   
Sacks ci racconta quella volta in cui a quarantun anni pensava di morire, perché si era rotto la gamba durante un’escursione solitaria. Tuttavia era riuscito a tornare a casa.

La mia vita

Questo è il titolo del secondo racconto, Sacks scopre di avere un tumore al fegato, nonostante l’espansione lenta non può essere annientato, così il nostro autore sceglie un luogo dove trascorrere gli ultimi mesi.
Inizialmente non percepisce il cambiamento drastico, continua a nuotare la mattina e a svolgere tutte quelle mansioni che faceva prima del cancro.
Ci presenta il suo filosofo preferito David Hume, il quale scrisse un’opera intitolandola “la mia vita”, questo spiega il titolo del secondo racconto.

 “Negli ultimi giorni sono riuscito a considerare la mia vita come da una grande altezza, quasi fosse una sorta di paesaggio, e con una percezione sempre più profonda della connessione fra tutte le sue parti. Questo non significa che io abbia chiuso con la vita. Al contrario mi sento intensamente vivo” 
Ho ammirato la forza con il quale Sacks scrisse Gratitudine e l’ha mostrata davvero, in ogni raccontato, ripercorrendo un fatto della sua vita come Shabbat, il titolo del suo quarto racconto.

La mia tavola periodica

Il terzo racconto è quello che mi ha commosso di più, perché ha parlato liberamente della sua morte, sperando di morire vedendo un cielo stellato.

“La perfezione della bellezza, dei cieli, dell’eternità, era per me inseparabilmente mescolata a un senso di transitorietà e di morte” 
Gli amici gli promettono, così, che vedrà il cielo quando morirà.
Nel terzo condivide la sua passione per la natura e la scienza, affermando di notare i cambiamenti: nuotava più lentamente. E il nuoto era stato di fondamentale importanza.

Shabbat

Cosí giungiamo all’ultimo racconto, in cui condivide un aspetto della religione ebraica, il Sabato.
Racconta come lo trascorrono e come la comunità ebraica si sia dimezzata dopo la seconda guerra mondiale, racconta come si sia allontanato durante l’adoloscenza e come abbia smesso di credere da adulto.
Fa presente un aspetto importante: la sua sessualità e la reazione dei genitori, della madre soprattutto che afferma, addirittura, che non fosse mai nato. Il che è pesante da sopportare per un figlio.
Tuttavia, alla fine, quando Sacks si presenta con il compagno, tutti accettano la sua omosessualità.

“Adesso- debole, con il fiato corto, con i muscoli un tempo sodi consumati dal cancro- scopro che i miei pensieri, invece di fissarsi sul soprannaturale [...] si appuntano sempre più spesso su che cosa si intenda quando si parla di vivere una vita buona e degna. Scopro che i miei pensieri vanno allo Shabbat, il giorno del riposo, il settimo giorno della settimana e forse anche della propria vita, quando uno sente d’aver fatto la sua parte e può, in coscienza, abbandonarsi al riposo”
Conclude così il suo manoscritto, pregnante di gratitudine.
Il suo stile è semplice ed elegante, ogni racconto è preceduto da un’immagine bianca e nera in cui Oliver Sacks è protagonista, tutta la raccolta conta una cinquantina di pagine e grazie al ritmo veloce, rende la lettura altrettato.
Permette una riflessione sulla vita e di dimostrare la gratitudine verso la vita. Mi ha lasciato con le lacrime agli occhi e con la voglia di leggere un’altra sua opera.

 “Non posso fingere di non aver paura. A dominare, però, è un sentimento di gratitudine. Ho amato e sono stato amato; ho ricevuto molto, e ho dato qualcosa in cambio; ho letto e viaggiato e pensato e scritto...Più di Tutto, sono stato un essere senziente, un animale pensante, su questo pianeta bellissimo, il che ha rappresentato di per sé un immenso privilegio e una grandissima avventura” 
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️/5

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